Gli aeroporti di tutto il mondo sono identificati da codici unici che spesso incuriosiscono i passeggeri. Queste sigle, generalmente composte da tre o quattro lettere, appaiono sui biglietti aerei, sulle etichette dei bagagli e sugli schermi delle partenze e degli arrivi. Tuttavia, il loro significato non è sempre immediato e può variare in base a criteri storici, geografici e operativi. Comprendere il sistema di assegnazione dei codici aeroportuali permette di scoprire interessanti curiosità sulle città e sugli aeroporti stessi, oltre a migliorare la consapevolezza dei passeggeri riguardo ai meccanismi che regolano il trasporto aereo.
La differenza tra i codici IATA e ICAO
I codici aeroportuali possono essere suddivisi in due categorie principali: quelli assegnati dall’International Air Transport Association (IATA) e quelli definiti dall’International Civil Aviation Organization (ICAO). I primi, composti da tre lettere, sono quelli più familiari ai passeggeri, poiché vengono utilizzati per le prenotazioni, il check-in online e l’etichettatura dei bagagli. Ad esempio, l’aeroporto di Roma Fiumicino è identificato con il codice FCO, mentre quello di Milano Malpensa è noto come MXP.
I codici ICAO, invece, sono costituiti da quattro lettere e vengono usati principalmente per la navigazione aerea e il controllo del traffico. Rispetto a quelli IATA, offrono una maggiore precisione e includono un sistema di suddivisione geografica. Ad esempio, il codice ICAO di Fiumicino è LIRF, dove la “L” identifica l’Italia e la “IRF” rappresenta specificamente l’aeroporto.
L’origine dei codici aeroportuali
Molti codici aeroportuali derivano dal nome della città in cui si trova l’aeroporto. Questo è il caso di LAX per Los Angeles, BOS per Boston e SYD per Sydney. Tuttavia, ci sono numerose eccezioni che si discostano da questa logica. Alcuni aeroporti prendono il codice dalla loro denominazione storica o da caratteristiche geografiche particolari.
Ad esempio, l’aeroporto internazionale di Orlando è identificato con MCO, poiché in passato era una base militare chiamata McCoy Air Force Base. L’aeroporto di New Orleans, noto come Louis Armstrong International Airport, ha il codice MSY, derivato dal nome del campo d’aviazione Moisant Stock Yards, che si trovava in quell’area prima della costruzione dell’attuale scalo.
Ci sono anche casi in cui l’assegnazione del codice è stata influenzata dalla necessità di evitare duplicazioni con altri aeroporti. Ad esempio, EWR per l’aeroporto di Newark in New Jersey sembra distante dal nome della città, ma è stato scelto perché “NEW” era già assegnato a un altro scalo.
Gli aeroporti con codici insoliti
Alcuni codici aeroportuali risultano particolarmente curiosi o addirittura divertenti per chi li legge per la prima volta. Un esempio noto è LOL, che appartiene all’aeroporto di Lovelock, in Nevada. Un altro caso interessante è OMG, assegnato a un piccolo aeroporto in Namibia.
Non mancano poi le sigle che potrebbero sembrare inusuali per i viaggiatori di determinate lingue. L’aeroporto internazionale di Toronto Pearson ha il codice YYZ, apparentemente senza alcuna connessione con il nome della città. Questo perché molti aeroporti canadesi iniziano con “Y” come parte della designazione nazionale, mentre le altre lettere derivano dal sistema ferroviario storico della regione.
Anche l’aeroporto di Sioux City, negli Stati Uniti, ha un codice particolare: SUX. Per molto tempo, la città ha cercato di cambiarlo, ritenendo che potesse essere letto in modo negativo, ma alla fine ha deciso di sfruttarlo a proprio vantaggio per una campagna di marketing che ha reso la sigla parte dell’identità cittadina.
La logica dietro la scelta delle sigle
Nonostante le apparenti anomalie, i codici IATA seguono alcune regole di base per la loro assegnazione. In molti casi, le tre lettere rappresentano un’abbreviazione diretta della località, ma esistono diverse eccezioni. Quando un aeroporto è già stato assegnato un codice che potrebbe generare confusione con un altro, si opta per alternative creative.
Ad esempio, l’aeroporto di Chicago O’Hare utilizza il codice ORD, che proviene dal suo nome originario, Orchard Field. Similmente, l’aeroporto di Denver, prima di diventare il moderno scalo internazionale, aveva un codice basato su un precedente aeroporto della città, motivo per cui è rimasto DEN invece di un più ovvio “DIA”.
La necessità di evitare sovrapposizioni ha portato alla creazione di combinazioni uniche. Un esempio è l’aeroporto internazionale di Kansas City, che non usa “KC” ma ha il codice MCI, derivato dal suo nome originale, Mid-Continent International Airport.
L’importanza dei codici aeroportuali nel viaggio
Al di là della loro funzione identificativa, i codici aeroportuali rivestono un ruolo cruciale nel settore dell’aviazione. Sono essenziali per la gestione dei voli, la logistica del traffico aereo e la sicurezza. Gli operatori aeroportuali li utilizzano per la gestione dei bagagli, le compagnie aeree per la pianificazione delle rotte e i passeggeri per orientarsi nelle prenotazioni e nei trasferimenti tra scali.
Un aspetto meno noto è che questi codici possono influenzare anche la procedura di rimborsi per ritardo aereo. Nel caso di voli in coincidenza, conoscere il codice dell’aeroporto di transito aiuta a comprendere meglio il percorso del volo e a determinare eventuali responsabilità in caso di ritardi significativi.
Un altro ambito in cui i codici aeroportuali assumono grande rilevanza è quello dell’overbooking, una pratica comune tra le compagnie aeree per massimizzare l’occupazione dei posti disponibili. Se un passeggero è coinvolto in un caso di overbooking, il codice aeroportuale di partenza e di destinazione è un elemento fondamentale nei documenti di compensazione e nelle procedure di gestione delle prenotazioni.
Perché alcuni aeroporti cambiano codice?
Sebbene i codici aeroportuali siano generalmente stabili nel tempo, ci sono situazioni in cui possono subire modifiche. Questo può avvenire per motivi di rebranding dell’aeroporto, per la costruzione di nuovi scali o per evitare confusione con altri codici già esistenti.
Un esempio significativo è stato il cambio di codice dell’aeroporto di Bangalore, in India, che da BLR è passato a BIAL per un certo periodo, prima di tornare alla sigla originale. Un altro caso è quello di Istanbul, il cui nuovo aeroporto principale ha ricevuto il codice IST, precedentemente appartenuto all’aeroporto Atatürk, che ha cessato le operazioni commerciali.
Alcuni aeroporti hanno invece modificato il proprio codice per ragioni di marketing o per riflettere meglio il nome della città di riferimento. Questo è successo, ad esempio, con l’aeroporto di Harrisburg, Pennsylvania, che da MDT è stato temporaneamente cambiato in HIA per enfatizzare la connessione con la capitale dello stato.